Il sito archeologico è ancora chiuso al pubblico in quanto gli scavi sono tutt’ora in corso. I principali ritrovamenti del sito sono esposti presso una sala dedicata nel Museo Archeologico Nazionale di Orvieto (Piazza Duomo).
Il “Luogo Celeste” degli Etruschi
Nell’area denominata “Campo della Fiera” sono tutt’ora in corso scavi archeologici che, secondo l’opinione di storici ed archeologi starebbero portando alla luce resti del “Fanum Voltumnae”, ovvero il Santuario etrusco di Vertumno, il più importante sito e santuario federale di di tutta l’antica lega delle dodici città Etrusche, un vero e proprio punto di riferimento e ritrovo di tutti i maggiori esponenti di queste città. Si narra che presso questo santuario gli esponenti delle più importanti città etrusche, prendessero importanti decisioni collettive, e si organizzassero eventi quale ad esempio l’ “elezione” del comandante della difesa e delle milizie.
Lo stesso storico romano Tito Livio scrive che il Fanum oltre alle cerimonie religiose, ospitava eventi, fiere, mercati, spettacoli teatrali e giochi solenni. Altra testimonianza di un altro storico, il bizantino Zonara racconta come la più importante città dell’Etruria avesse un “teikos” ovvero un grande muraglione di cinta. Ebbene nel 1965 l’archeologo orvietano Mario Bizzarri scoprì alla fine di Via della Cava i resti di un grande Muro Etrusco (oggi visitabile su prenotazione), ciò potè confermare che la città etrusca raccontata da Zonara era proprio Velzna, ovvero Orvieto.
Di certo, in ogni modo, oggi si può sostenere che il sito è di inestimabile valore e importanza e già ha portato alla luce reperti interessanti, quali ceramiche greche, monete, gioielli, fregi e decorazioni di edifici. In particolare, una lunga iscrizione sembra aver rivelato il nome etrusco del santuario: il “luogo celeste”, che la critica archeologica identifica con il famoso Fanum Voltumnae.
Con l ‘ultima campagna di scavo inoltre si sono potuti scoprire i resti di un altro tempio (il quarto dell’intera area). Questo rinvenimento si aggiunge a quanto finora già portato alla luce dagli scavi e cioè: un’antica strada larga 9 mt (risalente al 6° secolo a.C.) i resti di antiche terme romane, un altro tratto di strada di epoca medievale e sempre di quest’ultima epoca la pianta e la parete frontale della chiesa medievale di San Pietro in Vetere (con annesso refettorio) ora è completamente visibile nelle sue dimensioni (35 metri x 7 metri) e nei suoi mosaici.
Per maggiori informazioni sull’area di scavo e su gli ultimi ritrovamenti in corso: www.campodellafiera.it