Orvieto ha da sempre un legame stretto e profondo con il vino, già in epoca etrusca della coltivazione della vite e della produzione di vino vi sono marcate evidenze, su tutti gli affreschi rinvenuti nella tomba Golini dove è rappresentato un banchetto etrusco con in primo piano brocche di vino, ma è anche il nome stesso della città etrusca (Velzna) che ha assonanza con il termine etrusco “Vina” (che significa vigneto). Il vino di Orvieto ha quindi una fama ben nota fin dai tempi antichi e che si protrasse aumentando anche in epoche più recenti. In particolare, nel periodo in cui la città visse sotto l’egida dello stato Pontificio molti papi vi risiedevano e si narra che molti pontefici ne erano grandi estimatori.
Questo al punto che a Roma, il vino di Orvieto venne ribattezzato il “Vino dei Papi“. La bontà del vino orvietano ed il popolare apprezzamento che aveva raggiunto ne fece anche acquisire un valore di moneta, infatti si ritiene che molti artisti tra cui Luca Signorelli chiesero che fosse inserito nei contratti di lavoro come parte di retribuzione un certo quantitativo di vino.
Solo però nel 1931 il vino di Orvieto viene riconosciuto come “tipico” e negli anni seguenti viene classificato come di origine controllata (Orvieto Classico Doc).
Attualmente nel territorio orvietano vengono prodotti due Doc, l’Orvieto Classico (bianco) ed il Rosso Orvietano.