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Anello di Titignano

anello di titignano
  • Tempo di percorrenza: 5 ore circa, soste escluse
  • Lunghezza del percorso (ad anello): 15 km ca.
  • Difficoltà: T/E – mediamente impegnativo
  • Dislivello complessivo: 350m circa
  • Caratteristiche: su strade bianche e poderali, tratti boschivi, possibilità di tratti fangosi
  • Interesse: paesaggistico, naturalistico e culturale
  • Necessario mezzo di trasporto per chi arriva da Orvieto (35′ ca, direzione Todi-Corbara)

È un percorso ad anello che si sviluppa dai colli, caratterizzati da vigneti e oliveti tipici di queste zone, fino alle sponde del lago. Punto di partenza è il piccolo borgo medioevale di Titignano (521m): il castello è stato edificato da Farolfo di Montemarte nell’anno 937.

La famiglia Montemarte di origine francese, è venuta in Italia a seguito di Ludovico II re di Francia.
L’antica costruzione fu a lungo contesa fra la guelfa Orvieto e la ghibellina Todi. Successivamente tra il XVI e XVII secolo, fu trasformata in un grande palazzo con un piccolo borgo che ne costituisce la corte.

Nel 1830 il Principe Don Tommaso di Filippo Corsini di Firenze, lo acquistò ad un’asta dallo Stato Pontificio che lo aveva confiscato alla famiglia Montemarte.
Da anni è stato adibito ad agriturismo e fa parte di una azienda agricola estesa oltre tremila ettari di cui l’attuale erede è la Marchesa Nerina Corsini Incisa della Rocchetta.
Dopo una breve visita al borgo si scende fino alle rive del lago di Corbara (m. 202), toccando i casolari di podere Bracci, podere Pianello ed podere Cipressi, testimonianza dell’attività agricola in queste zone.

Superato podere Cipressi si arriva al punto più basso dell’itinerario che corrisponde alla località Fosso dei Cipressi: rappresenta una rarità per le nostre zone poiché è un bosco di soli cipressi dove questa specie si riproduce spontaneamente per seme ed è probabilmente dovuto ad un antico rimboschimento effettuato dai monaci camaldolesi.
Da quest’area così suggestiva si inizia a percorrere un sentiero a mezza costa che risalendo la collina attraversa una bel tratto boscato dove è la macchia mediterranea a farla da padrona, con leccio, corbezzolo, fillirea e anche esemplari secolari di quercia sempreverde. Una vecchia mulattiera permette anche una divagazione per vedere la Grotta di San Francesco.
Uscendo da bosco, con un breve tratto di strada bianca si arriva fino alla Roccaccia (411m), ruderi di un antico maniero consumato dal tempo o forse di una postazione di avvistamento, posti a strapiombo sulla valle del Tevere. Da qui c’è una vista mozzafiato sulle Gole del Forello da una terrazza naturale, il cui muro protettivo originario deve essere crollato. Qui, dove sfocia il limpido Fosso della Contea si trovano anche le Grotte della Piana: un esteso labirinto di gallerie ad andamento pianeggiante dello sviluppo di quasi tre chilometri. Infine, per una comoda sterrata dalla Roccaccia, toccando i poderi Castello e nuovamente Bracci, si ritorna a Titignano.

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