Non si tratta di vino….Così è anche localmente chiamata quella pregiata varietà di fagiolo che veniva coltivata ad Orvieto dalla fine del’800 sino al dopoguerra e che oggi, essendo divenuto “Presidio Slow Food” si vuole recuperare incentivando la ripresa della produzione di questo legume autoctono dalle caratteristiche particolari. Si tratta infatti del “Fagiolo Secondo del Piano di Orvieto“: un tipo di fagiolo bianco che deve il suo nome al fatto che è di seconda semina (seminato in estate dopo la mietitura del grano) e che si coltiva nell’area pianeggiante lungo il fiume Paglia al di sotto della rupe di Orvieto. Questo prezioso legume vanta un ottimo sapore e caratteristiche particolari per la cottura (non deve essere messo in ammollo).